Le storie di Alice

Racconti & Storie

Dalla collaborazione con una studentessa del Centro Symposium sono nate le Storie di Alice, con le quali una ragazza dai silenzi pieni di parole e sentimenti ha scelto di raccontare i suoi pensieri romantici e la sua preziosa sensibilità.

Un invito a scrivere oltre qualsiasi commento, consiglio e sapere altrui, perchè dar forma ai pensieri e ai sentimenti può aiutare a capirsi di più, a prendersi cura di noi e a raggiungere forme stilisticamente inaspettate.

Un invito ad andare oltre il silenzio quando timorosi di non esserne in grado.


Solo Tu ed Io

di Alice C. 

Era maggio il mese delle fioriture, Camilla una ragazza che proveniva da una famiglia molto nobile si era trasferita in Georgia per lavoro. Lei era una giornalista di moda rinomata in tutto il mondo e non era la solita ragazza ricca, viziata e a tratti presuntuosa ma tutto il contrario; o meglio, ricca sì presuntuosa per nulla. Quando arrivò in Georgia Camilla si innamorò subito dei suoi cittadini, della loro disponibilità e della loro simpatia e non fece fatica ad ambientarsi. Il lavoro era entusiasmante e i colleghi sinceramente disponibili tanto che non solo la vita in Georgia ma la vita in ufficio sembravano rendere tutto sereno e trasformare in piacevoli anche le giornate più faticose. Il primo mese trascorse così velocemente. Un giorno Camilla incontrò Francesco, anche lui proveniente dall’Italia e presto diventarono amici. Francesco era un tipo intraprendente e Camilla, una splendida ragazza dall’intelligenza brillante e dal fisico innegabilmente perfetto. Si poteva quindi pensare che Francesco non avrebbe perso l’occasione di invitarla a cena prima o poi. Così una sera dal cielo stellato e dalla luna piena Francesco invitò Camilla a vedere la sua casa e lei, un po’ insospettita ma anche incuriosita, decise di accettare. Alle 21.30 quando Francesco aprì la porta del suo appartamento Camilla rimase davvero stupita: champagne, ostriche e fragole la stavano aspettando posati su un tavolo elegantemente apparecchiato con luminosi bicchieri di cristallo, piatti bianchi e dorati, posate d’argento e una meravigliosa tovaglia rosa che scendeva a terra con sinuosi   drappeggi. Rimase stupita, quasi sospese il respiro per un attimo pensando che la curiosità che l’aveva accompagnata fino a condurla in quell’appartamento era stata soddisfatta nel modo più romantico possibile. Ora rimanevano solo i sospetti sulle intenzioni di Francesco: perché tutta quella importante accoglienza?. Camilla ancora sulla porta, incantata da ciò che vedeva davanti ai sui occhi, decise finalmente di entrare dando vita alla serata misteriosa ed intrigante che era solo all’inizio. Degustazione, sorrisi e una bella, lunga chiacchierata sul divano fecero pensare a Camilla che tutto fosse finito e che fosse arrivato il momento di ritornare a casa quando iniziò a capire che Francesco non la pensava allo stesso modo. Ormai quasi vicina alla porta, Camilla si sentì fermare dolcemente. Francesco la invitò a fare una giravolta trattenendola delicatamente per un braccio e tutto d'un tratto le loro labbra si accarezzarono. Camilla trascorse la notte da lui. La mattina si svegliò e stupita non lo vide. Si preoccupò ma solo per poco. Francesco si presentò dopo circa mezz'ora con un mazzo di rose bianche e rosse da lasciare Camilla senza respiro una seconda volta dopo il suo arrivo, la sera precedente, in quell’appartamento. Era stata una meravigliosa notte per entrambi …. Dopo circa sei settimane annunciarono il loro fidanzamento, dopo sei mesi officiarono il loro matrimonio e, ad un anno dalle nozze nacque Betty la loro prima figlia. Una storia a lieto fine che certo Camilla e Francesco, prima perfetti sconosciuti, non avrebbero mai potuto immaginare quando decisero di lasciare l’Italia per trasferirsi in Georgia per lavoro.

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Ti aspetterò

di Alice C. 

Ciao! Sono Alice e oggi vi voglio raccontare una storia che è successa a una mia amica. Era il 12 luglio 2019 quando Sabrina, una ragazza di 15 anni, bionda, alta ed elegante, stava per prendere un aereo che la portasse a Londra per una vacanza-studio in famiglia con altre due ragazze di cui ancora nulla sapeva. Il viaggio non fu lungo e l’arrivo nella casa ospitante si rivelò subito piacevole. Una villetta tipica inglese a due piani, un bel giardino curato, un cane festoso, due bambini e i genitori ad accoglierla sorridenti e gentili. Il giorno seguente arrivarono anche le altre ragazze con cui Sabrina avrebbe condiviso la grande camera a loro assegnata. Le ragazze, Maya, di origini brasiliane e Michelle, di origini francesi, erano molto simpatiche. Stanche per il viaggio decisero di riposare mentre Sabrina di avventurarsi alla scoperta del quartiere. I locali tipici inglesi erano proprio invitanti e Sabrina decise di prendersi un caffè. Subito venne attratta da un ragazzo, seduto solo ad un tavolino con il capo chinato e l’aria triste. Non solo il ragazzo dall’aspetto malinconico ma la posizione del tavolino vicino ad una grande finestra che dava sulla splendida via principale del quartiere convinsero Sabrina ad andare proprio in quella direzione. “Posso sedermi qui?” chiese in inglese al ragazzo avvicinandosi al tavolo. “Certo, accomodati pure” rispose lui, in italiano, con tono garbato. Sorpresi nell’aver capito di provenire dallo stesso Paese iniziarono a parlare come se si conoscessero da sempre. Alla fine della chiacchierata Sabrina chiese al ragazzo se poteva sapere il suo nome e lui le disse: “Certo, mi chiamo George, piacere!”. George aveva 15 anni come lei, era italiano con capelli mori, occhi verdi smeraldo e sguardo attento. Si salutarono come grandi amici sperando, in cuor loro, di rivedersi presto. La mattina seguente Sabrina, Maya e Michelle iniziarono a frequentare il loro corso d’inglese quando all’improvviso la professoressa interruppe la lezione annunciando: “Listen to me, I have a good news for you: a new guy is coming. George is his name”. E dopo pochi minuti: “Here he is!”. George? Yes! Si trattava proprio del ragazzo della lunga chiacchierata al caffè. Sabrina era molto felice di vederlo, ma allo stesso tempo un po’ confusa e, quando la professoressa disse a George se andava bene sedersi vicino a Sabrina perché tutti gli altri banchi erano occupati, le venne un tuffo al cuore. Lui, sorridendo, rispose che sarebbe andato benissimo. La lezione riprese regolare e al termine della mattinata, all’uscita da scuola i due giovani si salutarono dandosi appuntamento “al loro caffè” per fare i compiti insieme. Il corso di studi trascorse quindi con la solita piacevole routine per settimane: scuola, caffè, compiti con George e piacevoli momenti tutti insieme con i compagni di scuola e di viaggio, con gli insegnanti, le famiglie ospitanti e soprattutto con Maya e Michelle sempre in attesa dei racconti dei compiti al caffè. Ma come sempre accade, anche le vacanze finiscono e il 20 di agosto del 2019 all’imbarco del volo di rientro, Sabrina e George si dovettero salutare. Sabrina sull’aereo si sentiva più sola che mai più di quando era partita, perché ora il suo cuore era colmo di nostalgia e tristezza. Stranamente però sentiva che quella non sarebbe stata l’ultima volta che avrebbe visto George anzi che quella sarebbe stata una delle prime e tante volte in cui lo avrebbe rivisto. Sabrina non stava sbagliando; trascorsi circa quattro mesi dal ritorno da Londra scoprì che George era diventato il suo vicino di casa quanto era rimasto il suo migliore amico e il suo compagno di viaggi e di avventure. E chissà, forse un giorno, sarebbero diventati marito e moglie perché il legame era davvero speciale. É certo che la lunga vacanza di studio a Londra resterà per sempre nei loro cuori. 

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Un incontro inaspettato

di Alice C. 

Era una giornata di sole e stavo facendo una corsa. Sono Michela una ragazza di vent'anni di aspetto nobile e furbo con capelli biondo chiaro e occhi color ambra e sono laureata in giurisprudenza. Dopo essere uscita dal mio ufficio più stressata che mai decisi di andare a casa a cambiarmi per poi uscire a fare una corsa al parco. Erano le ore sedici e trenta di un giovedì pomeriggio e stavo correndo ascoltando musica classica; ad un certo punto vidi passare davanti a me un ragazzo dall’aria famigliare. Lui mi calpesta il piede scusandosi, i nostri sguardi si incrociano e capisco che si tratta di Mike, una vecchia conoscenza. Mike ha vent’anni come me è di aspetto gentile, ha capelli biondi e occhi azzurri, carattere esuberante ed è laureato in lingue. Non ci vedevamo dalla terza media, perché i nostri percorsi di studio avevano preso strade completamente differenti. D'impatto gli chiesi cosa stesse facendo nel parco vicino a casa mia e lui mi rispose che si era trasferito in zona per lavoro. Pensai che fosse fantastico!. Dopo esserci scambiati i numeri di telefono e salutati tornammo tutti e due nei nostri appartamenti. Qualche giorno dopo ricevetti una mail misteriosa e inaspettata con l’invito ad un ricevimento per sponsorizzare un brand di moda. Con grande emozione decisi di accettare e iniziai subito a pensare ai preparativi: come vestirmi, quale acconciatura e quali accessori per una serata in cui essere elegante sentendomi a mio agio. Al ricevimento c’erano molte persone e, sorpresa, vidi Mike!. Una nostra amica in comune nonché collega di lavoro di Mike mi svelò che era stato invitato proprio dall’organizzatore del ricevimento. Lui mi venne incontro e trascorremmo la serata insieme raccontandoci cosa avevamo passato in tutti gli anni in cui non ci eravamo visti. Mike mi raccontò di aver vissuto un lungo periodo di lavoro in Australia ma che non era stata un’esperienza piacevole perché il clima tra i colleghi si era rivelato troppo competitivo. Io gli dissi che non avevo mai lasciato la mia casa per un trasferimento di lavoro ma che sarei stata disposta a partire più volte perché anche nel mio ufficio c’erano stati momenti difficili. Parlammo piacevolmente per tutta la sera e il tempo trascorse così velocemente da non accorgersi che era ormai l’una e mezza e cheteremmo dovuto passare ai saluti. Avevo notato per tutta la serata che a Mike brillavano gli occhi mentre mi parlava, cosa che non mi stupiva perché io guardandolo sentivo una certa calda emozione dentro di me. Mi chiedo ancora come dopo tanto tempo fosse stato possibile incontrarsi di nuovo. La mattina seguente andai in ufficio come tutte le mattine ripensando alla sera precedente e immaginando una giornata comune quando inaspettatamente Mike si presentò davanti a me alle quattordici e venti circa per invitarmi a cena. Io ovviamente accettai. Lui era molto contento. Certo non potevo più pensare che sarebbe stata una giornata come tante altre. La sera mi preparai senza tralasciare nessun particolare. A cena parlammo tantissimo quella sera finché si fece tardi e io ebbi l’audacia di proporgli di prendere un taxi e andare a casa mia. Nel taxi lui mi baciò e io fui davvero contenta. Arrivati a casa chiacchierammo ancora un per un po’ e decidemmo di dormire insieme. La mattina non lo trovai nel letto però trovai sul cuscino una lettera firmata da Mike con scritto: “Grazie Michela per la splendida serata”. Andai in ufficio più felice che mai, non sapendo che non ci saremmo rivisti per ben due settimane. Nessuno dei due avrebbe trovato il coraggio di organizzare nuove occasioni di incontro per paura che l’altro non avrebbe accettato. Ma un giorno, l’otto maggio alle ore diciotto e trenta , sentii bussare alla porta di casa: era proprio lui, Mike, con un anello di brillanti in mano per chiedermi se volevo essere la sua fidanzata. Io senza esitazione accettai. Non ci lasciammo più. Dopo circa sei mesi ci trasferimmo a New York City a coronare la nostra storia d’amore con il più bel matrimonio che avrei mai potuto desiderare. E mi chiedo ancora oggi come da una banale corsa sia nato tutto questo.  

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